Un inverno da mascheratiSiamo di nuovo in lockdown. Che sia mezzo, un quarto o intero, siamo comunque in una situazione critica dove c’è bisogno di una chiusura totale o parziale delle attività sociali, lavorative, scolastiche per cercare di arginare la diffusione di questo maledetto SARS CoV 19. E che tu sia d’accordo o no con queste misure di sicurezza ti ritroverai sicuramente a indossare una mascherina per proteggere te e gli altri per almeno qualche ora al giorno. Ecco che io e la mia fantastica community di Instagram (se vuoi unirti anche tu clicca qui) ci siamo posti un po' di domande. In questo anno vissuto da mascherati, abbiamo constatato delle differenze nel nostro cavo orale? Quali problematiche accusiamo portando la mascherina? Ci sono anche dei pro? In questo articolo vedremo di snocciolare tutti i pro e i contro di indossare una mascherina per più ore al giorno per il nostro cavo orale. Prima di tutto facciamo una piccola precisazioneIntanto vorrei rassicurare tutti, che portare una mascherina chirurgica o ffp2/3 per tante ore al giorno, non ci uccide, non ci avvelena con l’anidride carbonica e non distrugge i nostri neuroni, parola di igienista dentale! Posso permettermi di parlare da esperta, dato che sono più di dieci anni che indosso una chirurgica per 8h al giorno di media, e da quando si è diffusa questa pandemia di Covid19 ne uso 2 sovrapposte ogni giorno. Per sfatare questi miti mi sono pure misurata la saturazione a inizio e a fine giornata e saturo 99% in entrambi i momenti. I miei neuroni e i miei alveoli sono salvi! Con questo non posso dire che sia comoda e che non ci siamo effetti indesiderati ma sono meno gravi di quello che crediamo e con pochi accorgimenti possiamo sicuramente vivere tutti questa condizione con più serenità. Ma ora vediamo quali sono questi problemi legati alle mascherine,Tutti ci siamo accorti che sicuramente la nostra pelle ne risente. La vediamo più opaca, meno luminosa e con qualche impurità in più ma dato che non è il mio campo vorrei segnalarvi il profilo di Valentina Trevisan, in arte @dermidee. Lei è una dermatologa di eccellenza milanese che ho conosciuto su Instagam e che saprà darvi le giuste dritte per eliminare queste problematiche, vi lascio qua il link del suo profilo. Anche a livello di modulazione della voce possiamo accusare degli effetti indesiderati. Io personalmente mi sono resa conto che devo urlare molto di più per farmi sentire dai miei pazienti e dalle persone che incontro in giro tra distanza sociale e mascherine, ma anche questo, non è il mio campo. Mi sono spesso confrontata con una mia collega speciale. Stefania Pescantini (@logopedista_stefaniapescantini) è una logopedista di Verona e ha parlato tante volte di come affrontare queste problematiche. Eccoti il link per seguirla. Ma nel cavo orale?Bene ora tocca a me! Sai che per lavoro, lascio la gente a bocca aperta e mi sono accorta di alcune problematiche riconducibili all’uso della mascherina. Anche i miei pazienti sono stati utilissimi raccontandomi le loro esperienze. Eccoti una infografica con tutti gli effetti avversi che può avere la mascherina sulla salute della tua bocca! E voi? Avete riscontrato qualche altra problematica? Fatemelo sapere perché il prossimo articolo vi spiegherà come trovare rimedio per tutti questi problemi. Vogliamo vedere anche i PRO?Ovviamente come in tutte le cose, ormai mi conoscete, devo trovare anche il lato positivo. Io l’ho chiesto ai miei pazienti, che sono veramente pazienti con me, e ci siamo fatti quattro risate per provare a creare questa infografica. Be che vi dicevo. THINK POSITIVE! Il prossimo articolo uscirà tra qualche giorno e ti dirò come risolvere tutte le problematiche che abbiamo riscontrato insieme. Seguimi sui social così potrai rimanere sempre aggiornato e iscriviti alla newsletter che presto arriveranno novità! AutoreSono Alessia, igienista dentale e educatrice alimentare che non sa cucinare.
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Per la tesi del mio master in nutrizione da brava igienista non potevo che scegliere il ruolo degli zuccheri nella carie dentale. All’inizio credevo fosse una tesi semplice per me, ma una volta che mi sono immersa su Pub Med, il più grande motore di ricerca di articoli scientifici al mondo, ho trovato veramente tanti tanti articoli che mi hanno scombinato i tempi e le convinzioni. Li ho capito che l’errore che abbiamo fatto per tanto tempo noi igienisti dentali, è stato di dare poca rilevanza alla nutrizione nel nostro lavoro. Oggi proverò a riassumervi un po’ di concetti fondamentali per provare a prevenire la carie guardando “cosa e come mangio” anzi che “come pulisco”. La prima domanda fondamentale è: Quali sono gli zuccheri più pericolosi per la carie dentale?Gli zuccheri che creano un terreno fertile per i batteri della carie dentale sono soprattutto gli zuccheri semplici come glucosio, fruttosio, maltosio e saccarosio. Questi zuccheri vengono facilmente metabolizzati dall’affamatissimo Streptococco Mutans, il batterio principale responsabile della carie (ne avevo già parlato qua). Una volta metabolizzati si creano degli acidi che riescono a decalcificare lo smalto dentale e che danno una gran gioia di vivere al nostro nemico streptococco che negli ambienti con basso ph ci sguazza con piacere. Non dobbiamo però dimenticarci gli amidi, che nonostante siano più difficili da metabolizzare, perché sono formati da catene e legami lunghi e complessi, vengono scissi in carboidrati più semplici già in bocca, ad opera di un piccolo enzima che si chiama amilasi, che abbiamo nella nostra saliva. Ecco che se il contatto sulla superficie è abbastanza lungo anche gli amidi possono essere pericolosi. Da qui viene naturale un’altra domanda: Sono solo i dolci a far venire la carie?La risposta è non solo i dolci. I miei pazienti spesso mi dicono: "Io non mangio mai i dolci perché ho tutte queste carie?" Gli zuccheri in realtà sono onnipresenti, sia nei cibi salati che nei cibi dolci. Pasta, pane, pizza, riso, sono tutti alimenti composti prevaletemente da carboidrati. Più questi alimenti sono morbidi e appiccicosi e rimangono a contatto dei denti più si alza il rischio di carie. Ma i cibi più pericolosi sono gli alimenti di produzione industriale. Tra gli ingredienti infatti di sughi pronti, hamburger, salse, crostini, affettati, yoghurt si trovano spesso zuccheri occulti che servono come conservanti, insaporitori, favoriscono la lievitazione o come addensanti. Anche i succhi di frutta le bevande gasate e le bevande sportive sono tra i responsabili della formazione della carie. I soft drink sono spesso arricchiti di zuccheri semplici che compensano la forte acidità che hanno, che fa risultare sul momento la bevanda dissetante. Sono proprio la villetta per le vacanze per i nostri streptococchi molesti. Oltre al tipo di alimento, anche la modalità di assunzione è importante?Vi ricordate che vi ho già scritto qua che la frequenza dei pasti è fondamentale. Se io faccio pasti frequenti, abbasso il ph della bocca e stimolo i batteri della carie a lavorare ogni volta. Non riuscendo a lavare i denti a ogni spuntino, la cavità riesce a formarsi rapidamente. All'università ci hanno inculcato il concetto della frequenza, per questo i primi anni di lavoro i miei pazienti si sentivano dire: “mangiatela pure una crostata intera, ma in una volta sola, e poi lava i denti, non dividerla in tutta la giornata” Un ottimo consiglio per il mal di pancia mi viene da pensare ora, ma noi da paladini della carie non davamo importanza alla quantità di zuccheri assunti. Invece dagli ultimi studi è emerso che anche la quantità è importante. Infatti più zuccheri assumiamo più selezioniamo una placca batterica cariogena. Cosa posso fare per evitare la carie dei denti? Poche semplici regole di nutrizione base vi aiuteranno:
Insomma non dobbiamo essere estremi ma solo un pochino più attenti. Spero di esservi stata utile, sotto come sempre troverete un po’ di letteratura utile e mi raccomando mangiate sano e ricordatevi di sorridere! Bibliografia per saperne di più: Il dentista dall’alba dei tempi è sempre visto con sospetto dal paziente. Rispetto alle altre categorie mediche diciamo che è considerata un pò di serie B. La bocca poi, è un distretto del nostro corpo sempre un pò trascurato. Ascoltando i miei pazienti mi sono fatta un’idea del perchè comunemente siamo considerati dei generatori di incubi, fobie e disagi. Intanto senza denti si vive. Oltretutto c’è la convinzione che non avere i denti propri, ma avere in bocca metalli, ceramiche, ponti dentiere, impianti sia la cosa migliore. Fine delle spese, fine dei dolori. I miei pazienti anziani, non avendo un’idea di cos'è la prevenzione danno per scontato che andando avanti con l’età i denti si perdono tutti, inesorabilmente. Non è così, ma spesso si scopre troppo tardi. Il dentista è una categoria che è presente sul territorio soprattutto come studio privato anziché all’interno di strutture ospedaliere, che rientrano nel sistema sanitario nazionale. Questo comporta alte spese per noi e per voi. E’ una professione medica dove oltre alla diagnosi c’è un lavoro pratico di ripristino delle funzionalità che come abbiamo già detto, spesso è molto costoso. E’ anche una delle poche, se non l’unica professione medica, che ha soluzioni low cost come le immense cliniche che spuntano come funghi in quasi ogni città, ormai da diversi anni. Non dimentichiamo poi la paura. Tramandata da secoli ormai da nonno a nipote, facendo passare l’odontoiatra e l’igienista per sadici cavadenti che non vedono l’ora di farvi soffrire a bocca aperta e spillarvi soldi peggio della Rai. Tutto questo non può che creare un sentimento di rifiuto e di paura verso la nostra categoria. Capisco benissimo il paziente dubbioso che si è fatto il giro di tre o quattro studi diversi e che ha una confusione pazzesca in testa. Ognuno ha proposto soluzioni diverse con preventivi totalmente differenti. Ecco che la confusione e di conseguenza il sentimento di sfiducia nella categoria, regnano sovrani. Volete sapere perchè vi dico tutto questo?Perchè vorrei fornirvi una piccola linea guida fatta di dieci punti, per me fondamentali, per capire se il professionista, che sia un odontoiatra o un’igienista, lavora con criterio etico e professionale. Essendo del campo per me è facile capire chi lavora bene o no, ma capisco che per un paziente sia molto complicato e parlando proprio con voi, spesso vedo valutazioni errate. Quindi, ecco i dieci consigli utili per scegliere un igienista dentale o un dentista professionale e onesto!
Questi di norma sono i punti fondamentali su cui porre attenzione. Se questo articolo vi è stato utile condividete pure, che mi fa molto piacere e buon sorriso! Tutti abbiamo sentito parlare di bruxismo ma in pochi sanno veramente cos’è. Il bruxismo può manifestarsi con il digrignamento, cioè strisciare i denti superiori con gli inferiori o con il serramento, cioè stringere in modo statico. Spesso avviene di notte e possiamo rendercene conto solo perchè la mamma, la sorella o il partner sentono rumori strani, come degli stridii. Però può anche avvenire di giorno quando siamo particolarmente stressati o concentrati. A me capita di accorgermi di serrare mentre guido, mentre lavoro o anche in palestra mentre faccio sport. Cosa comporta nella mia bocca il bruxismo? Quando digrignamo o serriamo i denti vengono sottoposti a forti carichi. Il risultato sono delle abrasioni di varia entità, dolori muscolari, ai muscoli della mandibola come il massetere, fino ad arrivare al muscolo temporale, proprio sulle tempie. Anche il sonno diventa disturbato, cosa da non sottovalutare. Le abrasioni possono essere cosi’ gravi che nel tempo i denti consumati diventano sensibili al caldo e al freddo, diventando anche più piccoli e corti. Cambiando l’assetto totale della bocca dall’altezza verticale ai contatti tra dente e dente, senza contare il rischio di frattura degli elementi. Per porre rimedio spesso bisogna ricostruire o protesizzare gli elementi dentali. Come posso fare per evitare il problema? L’odontoiatra una volta diagnosticato il bruxismo potrà proporvi varie soluzioni. Se il danno agli elementi dentali è abbastanza grave si procederà con soluzioni conservative o di protesi, se invece siamo riusciti a diagnosticare questo comportamento in tempo, allora verranno proposti dei dispositivi di protezione per i denti e di rilassamento delle fasce muscolari interessate, i famosi bite. I bite sono delle “mascherine” che si fanno su impronta, quindi individuali per ogni paziente. Si indossano soprattutto la notte quando andiamo a dormire. E’ molto importante affidarsi ad un odontoiatra competente perchè non è solo un cuscinetto tra i denti per evitare il consumo, ma i carichi masticatori devono venire distribuiti correttamente per permettere anche il rilassamento muscolare. L’odontoiatra controllerà periodicamente che i contatti siano quelli giusti. I bite che si trovano in farmacia capite da soli che essendo standardizzati non possono essere la soluzione corretta e definitiva, visto che ognuno di noi è fatto a modo suo. Vi metto il link di qua una pillola di curiosità che avevo scritto nei primi tempi sull’impronta dentale. Come posso fare per diagnosticare precocemente il problema? Difficilmente come ho già detto ci si rende conto da soli. Magari ci svegliamo già stanchi, con la muscolatura della mandibola indolenzita, mal di testa e i denti con una sensazione strana, più sensibili, leggermente mobili. Ecco che entro in gioco io! L’igienista dentale durante i richiami periodici può accorgersi di questo problema precocemente soltanto guardando le superfici e la forma dei vostri denti. Avendo lo stesso problema, che ho risolto con un bite che metto di notte, capisco benissimo quando mi raccontate che vi svegliate con una sensazione strana e mi suona subito un campanello d’allarme. Ovviamente poi la diagnosi corretta e la terapia può essere effettuata esclusivamente dall’odontoiatra ma anche in questo caso la prevenzione e l’ intercettazione precoce diventa molto importante! Buon sorriso. Come vi avevo promesso oggi parliamo di sbiancamento.
Cos’è lo sbiancamento dentale? Lo sbiancamento dentale professionale è un trattamento che può essere eseguito solo dall’igienista dentale o dall’odontoiatra. Con l’utilizzo di gel a base di perossidi si va a decolorare la dentina che è la struttura principale del dente sotto lo smalto e che incide maggiormente sul colore. Questi gel sbiancanti cambiano il colore del nostro dente rendendolo più chiaro. Se invece agiamo sulla superficie del dente allora smacchiamo, e il trattamento l’ho descritto in questo articolo qua. Lo sbiancamento è una pratica molto frequente perchè è un trattamento poco invasivo che, se fatto bene, dà un bellissimo risultato naturale. E’ basilare la visita pre sbiancamento. Infatti in quella occasione l’igienista decide con il paziente il tipo di trattamento basandosi su alcuni parametri, quali:
Quali tipi di sbiancamento ci sono? Oltre a vari brand, ci sono veramente una marea di tipi di sbiancamento che si differenziano per percentuale e tipo di principio attivo, durata, attivati con o senza lampada, da fare in studio, da fare a casa con mascherine su misura o con entrambe le tecniche. Insomma le possibilità sono infinite, dobbiamo solo decidere insieme qual'è la soluzione migliore per te. Quindi chiedete e vi sarà sbiancato! :-D Prima di concludere l'articolo vorrei rispondere ad una domanda più che lecita che mi viene fatta continuamente. Ma lo sbiancamento fa male? E’ sicuro o mi rovina i denti? Immagino che sia desiderio di tutti avere un bel sorriso bianco e splendente, ecco che soprattutto negl'anni passati, c'è stata una corsa sfrenata per raggiungere questo risultato. In vendita online si trovano milioni di prodotti che promettono sbiancamenti veloci efficaci ed economici; è pieno zeppo di centri estetici che offrono trattamenti sbiancanti miracolosi. Tutto questo ovviamente non ha fatto altro che creare caos e mettere in mano a incompetenti prodotti totalmente inefficaci se non addirittura dannosi. Anche i trattamentamenti fai da te, che si trovano in giro per il web sono la maggior parte delle volte come vi ho gia spiegato in questo articolo qua, delle bufale che possono creare anche gravi danni allo smalto del dente. I prodotti utilizzati da igienisti e odontoiatri sono prodotti sicuri, controllati. Possono dare una certa sensibilità dentinale temporanea dovuta ad una permeabilità provvisoria, ma a livello microscopico non risultani danni a livello dello smalto dentale; anche la mucosa viene sempre protetta con dei dispositivi appositi. Insomma affidatevi sempre ad un professionista sia per avere dei risultati visibili, sia per avere la sicurezza che i vostri denti non subiscano danni. Ma lo sbiancamento possono farlo tutti? Si, lo sbiancamento dentale è un trattamento alla portata di tutti e non ha grosse controindicazioni. Ovvio che se fumi due pacchetti di sigarette al giorno, non ti potrai aspettare gli stessi risultati di un non fumatore, ma potrebbe essere un ottimo incentivo per smettere! Anche se sei incinta propongo sempre di aspettare la nascita del pupetto, in fondo non c'è fretta per un trattamento estetico. Per tutti gl'altri casi, come sempre non fatevi nessun problema e chiedete! Voglio farti sorridere a Trentaduedenti. Quando i pazienti vengono per la seduta d’igiene orale professionale alla fine di tutto, mi chiedono sempre: adesso sbianchiamo?
E ogni volta la mia risposta super deludente è... NO. La procedura che solitamente si fa alla fine della salute d’igiene di lucidatura non sbianca ma smacchia. Che differenza c’è? Lo sbiancamento cambia il colore all’interno del dente rendendolo più bianco di diversi toni. E’ un trattamento a parte, con fini esclusivamente estetici. Ne parleremo in dettaglio nel prossimo articolo. Invece la seduta d’igiene professionale comprende varie procedure che servono a smacchiare il dente, cioè togliere tutte quelle macchie che si depositano sulla superficie più esterna. Da cosa sono dovute le macchie estrinseche o di superficie? I denti vengono a contatto con cibo, bevande, fumo, farmaci, integratori, dentifrici, collutori. Queste sostanze presentano pigmenti colorati, come tè, caffè, vino rosso, tabacco ecc... che aderiscono soprattutto ai punti più ruvidi della superficie del dente. Infatti se la superficie è liscia, con lo smalto integro e pulito difficilmente troveremo macchie; al contrario i punti più scuri sono sempre dove ci sono depositi di tartaro, placca e superficie dello smalto rovinata. Ecco che dove abbiamo più difficoltà con filo, scovolino e spazzolino avremo anche macchie scure e persistenti. Quali sono i punti dove porre maggiore attenzione? Solitamente i denti anteriori, sia superiori che inferiori, sono i più macchiati. Sono quelli che vengono per primi a contatto con sostanze colorate e che hanno la minor funzione di masticazione e di conseguenza di autodetersione. Se i denti non sono proprio dritti, ma un pò affollati, se la superficie dello smalto è abrasa o erosa sicuramente ci saranno più depositi di placca o tartaro; cosi come gli spazi interdentali o i colletti che sono i punti più tralasciati quando si fanno manovre d’igiene troppo frettolose ( se si fanno). Ovviamente possiamo anche pulire alla perfezione ogni angolo della bocca ma se mangiamo tutti i giorni 2 kg di liquirizia mandandola giù con un litro di tè verde difficilmente possiamo aspettarci dei denti non pigmentati. Cosa posso fare per togliere le macchie? Con la seduta d’igiene professionale riusciamo a togliere le macchie superficiali e restituire il colore naturale dei denti. Si utilizzano paste con spazzolini o gommini da lucidatura, oppure polveri come bicarbonato o glicina. Sono tutti trattamenti che vengono decisi dall’igienista a seconda dell’intensità e della quantità della pigmentazione. Ognuno di questi trattamenti ha un grado di abrasività diversa da lieve a intensa. Sarà quindi compito dell’igienista decidere qual’è il trattamento giusto per il tuo tipo di macchia e la frequenza con cui eseguirlo. Cosa posso fare io paziente per prevenire le macchie della superficie del dente?
Spesso basta poco per avere il sorriso che volete, basta solo qualche accortezza. Alla prossima settimana con l’articolo sullo sbiancamento! Buon sorriso! Le motivazioni per cui ci rechiamo da un’igienista dentale sono varie. Ma una le batte tutte: Dottoressa vorrei i denti bianchi come le star della televisione. Ognuno di noi vede il proprio sorriso poco luminoso rispetto ai sorrisi che si vedono su copertine di giornali, in tv o semplicemente sul web. Ovviamente parlo di sorrisi naturali, quindi escludiamo fotoritocchi o protesi dentarie come le faccette, corone o dentiere di competenza esclusiva dell’odontoiatra. Come fanno? E’ semplicemente genetica o c’è qualcos’altro dietro? Sicuramente, come ormai avrete capito, ognuno di noi è fatto a modo suo, e la semplice variazione della quantità dei componenti del dente, fa in modo che esso possa essere più giallo, più grigio o più bianco. Infatti più il nostro smalto sarà spesso, liscio e sano più il nostro dente sarà bianco e luminoso. Andatevi a ripassare come è composto un dente in un articolo che ho scritto tempo fa cliccando qua. La formazione del germe dentario del dente permanente (odontogenesi) avviene circa dal 3°-4° mese post natale. Se in questo periodo di formazione dei tessuti ci sono degli imprevisti, come l’assunzione di antibiotici, carenze nutrizionali, eccesso di fluoro, i denti possono subire alterazioni di sviluppo sia dello smalto che della dentina. Durante la vita adulta invece la colorazione del dente può variare anche per la quotidiana assunzione di cibi e bevande colorate, il classico thè e caffè, per il fumo, i collutori, alcuni farmaci, integratori e anche particolari batteri cromogeni. Anche l’alterazione della superficie dello smalto causata da abrasione, erosione, carie, decalcificazioni porta all’alterazione del colore. Insomma le cause sono molteplici e solo rivolgendovi ad un professionista potrete sapere qual è il modo migliore per restituire luminosità al vostro sorriso. Come può aiutarvi l’igienista dentale? Intanto facendo una corretta analisi del vostro smalto. Solo così sapremo se potrete rimanere soddisfatti semplicemente smacchiando la superficie del dente o ci vuole un trattamento più profondo di sbiancamento. Cosa cambia tra smacchiare il dente e sbiancare il dente?
Insomma abbiamo varie possibilità per rendere il vostro sorriso migliore e di conseguenza la vostra vita quotidiana. Spesso l’imbarazzo di non sentirsi a posto porta anche a non sorridere e questo peggiora notevolmente la qualità delle nostre giornate. Buon sorriso! Una delle domande più frequenti che mi pongono i pazienti, soprattutto i nuovi è:
Ogni quanto devo fare l’igiene professionale? Questa è una domanda a cui so rispondere precisamente solamente se siete li, in poltrona davanti a me. Non potrei mai darvi indicazioni accurate senza avervi mai visto; non perchè non sia in grado, ma perchè essendo un trattamento rivolto ad un paziente è un trattamento individuale e soggettivo, quindi ne io ne nessun’altro potremmo mai sapere ogni quanto tempo è necessario ripetere l’igiene senza conoscere il vostro stato di salute generale e della cavità orale. Perchè insisto su questo punto? Quotidianamente, si presentano a me pazienti che hanno sentivo dal fruttivendolo, visto in tv, letto su una rivista, tanti, permettetemi di chiamarli pettegolezzi, sull’igiene orale. Chi mi spaventa di più sono quelli che “ il mio vecchio dentista mi ha detto che non la devo fare perchè sennò rovina i denti, li consuma”. Ovviamente le riviste, la tv e il web danno indicazioni più o meno generali, come faccio io nel mio blog, quindi se trovate scritto che l’igiene professionale si fa circa una volta all’anno, non sentitevi presi in giro dal vostro igienista che vi ha consigliato di andare da lui ogni 3 mesi, sicuramente c’è un motivo valido. La cosa migliore è farvi spiegare sempre la vostra situazione, pretendete sia dal vostro igienista, ma anche da ogni medico dal quale vi recate tutte le informazioni utili e se non avete capito bene richiedete. Si parla di salute, è la cosa più importante che avete, dovete comprendere tutto, per poi trovare insieme allo specialista una soluzione adatta a voi. Invece sulla parola del vostro vecchio dentista, spesso mi viene da dire che avete fatto bene a cambiare. L’igiene orale professionale non rovina i denti perchè gli strumenti che utilizzo e le tecniche che uso, sono minimamente invasive. Anche se avete visivamente poco tartaro non vuol dire che non ci siano altri problemi e l’igiene orale professionale è l’occasione per avere un controllo periodico prevenendo eventuali complicazioni come carie o malattie gengivali. Quindi vi invito a fare attenzione quando sentite certe frasi senza aver prima ricevuto un minuzioso controllo fisico di tutti i denti, di tutte le gengive, di tutte le mucose del cavo orale. Chiudo il discorso con una frase che spero vi faccia riflettere: Non tutti guadagnano con la prevenzione, non tutti si aggiornano costantemente, l’odontoiatria è una disciplina multispecialistica ma a non tutti piace delegare o passare pazienti in mani più preparate. Ora vorrei darvi un’idea generale, da non prendere assolutamente come un consiglio personale dato che l’individualità prevale sempre, di come noi igienisti stabiliamo i richiami di igiene orale professionale:
Come vedete la variabilità delle condizioni da valutare è infinita. Ecco che il rapporto con l’igienista dentale diventa stabile e continuativo, a volte sarà un pò più ravvicinato, altro volte, spesso grazie a voi stessi, si potrà allontanare il richiamo. Insomma consideratevi sposati con il vostro igienista, impegnatevi, siate fiduciosi e il vostro sorriso non potrà che beneficiarne! ![]() Il diabete e la malattia parodontale sono fortemente correlati: una influenza l’altra peggiorando sintomi e prognosi. Cos’è la malattia parodontale ve l’ho già spiegato in questo articolo qua. Ma cos’è il diabete? Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina. L’insulina è un ormone, prodotto dal pancreas. Serve a far entrare il glucosio nelle cellule per poi utilizzarlo come energia. Se l’insulina non fa il suo lavoro il glucosio si accumula nel circolo sanguigno. Ci sono vari tipi di diabete:
Le complicanze del diabete possono essere sia acute che croniche. Le acute sono più rare nel diabete di tipo 2 come il coma chetoacidosico. I problemi cronici sono relativi ad una alterazione del microcircolo sanguigno che comporta retinopatie, nefropatie, neuropatie, aumentato rischio cardiovascolare. Quindi come si influenzano tra loro queste due malattie? La parodontite è considerata la sesta complicanza della malattia, il che significa che ha un’incidenza di comparsa pari al 75% nei pazienti diabetici rispetto ai soggetti sani. L’abbassamento delle difese immunitarie e l’alterazione della capacità di risposta agli agenti infettivi batterici facilitano l’insorgenza di malattie gengivali e patologie cariose, visto anche il cambiamento del ph dato dall’alterazione del metabolismo glucidico. Purtroppo anche la parodontite può aggravare il diabete, perchè favorisce l'innalzamento della glicemia e dell' emoglobina glicata che sappiamo essere un indice importante per il controllo glicemico. Oltretutto i batteri della bocca possono entrare nel circolo ematico, stimolando una forte risposta infiammatoria che potrebbe aumentare l'insulino-resistenza. Come devo fare per evitare questo circolo vizioso? I fattori di rischio principali per il diabete sono alimentazione scorretta, scarsa attività fisica, obesità, fumo. Il diabete ha anche una forte componente ereditaria ed è riscontrato più in certe etnie. Ecco perchè e' molto importante avere uno stile di vita sano e corretto fin da giovani. Oltre ad una attività fisica costante,si deve ridurre il consumo di cibi industriali e raffinati; gli zuccheri, che sono ormai presenti ovunque, sono il nostro principale nemico. La soluzione più semplice per avere una alimentazione sana è il ritorno alla terra e ai cibi semplici, il più possibile provenienti da aziende familiari, affidabili non dai grandi allevamenti e culture intensivi. Dal punto di vista di malattia parodontale ormai sapete bene cosa dovete fare: venire a trovarmi periodicamente e mantenere un' igiene orale impeccabile. Un paziente diabetico dovrà porre molta più attenzione alla sua bocca per evitare complicanze. Quali sono i sintomi e segni che mi devono allertare? Il diabete è una malattia subdola, parte in sordina con dei segni e sintomi che non fanno capire la gravità della situazione. Spesso non ci si accorge e si tende a trascurarlo. Ho trovato questa immagine sul web che spiega molto bene tutti i segni che ci devono far suonare un campanello di allarme. Bibliografia per saperne di più: Quando chiedo ai miei pazienti se sanno cosa è il tartaro mi accorgo che c’è una gran confusione.
Nella top five delle risposte metto: 5° posto: riconosco il tartaro perchè il dente è più scuro. 4° posto: il dottore dove andavo mi diceva di non fare l’igiene perchè non formo molto tartaro. 3° posto: io faccio molto tartaro perchè ho la saliva acida. 2° posto: il tartaro non deve essere tolto tutto perchè stabilizza i denti. 1° posto: io pulisco bene tutti i giorni ma ho una produzione di tartaro abbondante. Purtroppo anche questo giro devo sfatare un pò di miti che girano intorno a questo sconosciuto, di cui tutti parlano e inventano magici metodi per eliminarlo, ma pochi sanno cos’è. Come è fatto? Il tartaro per dirlo semplicemente, è placca batterica calcificata, mineralizzata. E’ composto all’80% di materia inorganica come sali minerali e al 20% di materia organica, principalmente placca batterica. Dalla composizione possiamo dedurre che il tartaro non è la causa principale delle malattie della bocca. Infatti esso presenta pochi batteri vivi ma è una superficie perfetta per la ritenzione di biofilm perchè ruvida e carica elettrostaticamente. Infatti come vi ho già spiegato qua, il vostro vero nemico è il biofilm, che è un mondo pieno di batteri vivi e organizzati. Come si forma? Il tartaro si forma principalmente e più velocemente sopragengiva ed è bianco giallastro. Se è scuro è dovuto a macchie di caffè, sigarette, ecc... ma solitamente non è facilmente visibile per un occhio inesperto. Il tartaro sottogengivale è invece un tartaro molto più duro tenace e scuro e anche più pericoloso per la salute delle nostre gengive. Esso è formato da placca e accumuli di sangue richiamato da processi infiammatori, infatti il colore scuro è dato dall’ossidazione dell’emoglobina. Essendo attaccato alla radice del dente fa aderire su se stesso specie batteriche anaerobiche, che possono causare la malattia parodontale. Questo tartaro si forma più lentamente rispetto al sopragengivale ed è difficile da rimuovere. Se l’igiene professionale non viene fatta con attenzione spesso rimangono residui che sono coinvolti nel mantenimento dell’infiammazione. Ecco perchè è importante rimuovere questi depositi sia sopra che sottogengivali. Come si rimuove il tartaro? Solamente l’igienista dentale o l’odontoiatra possono rimuovere il tartaro. Durante le sedute di igiene professionale noi eseguiamo delle procedure atte all’ eliminazione dei depositi sopra e sottogengivali, con strumenti sonici, ultrasonici o manuali. Qualsiasi metodo casalingo o fai da te trovato sul Dr Google possono creare danni ai vostri denti o alle vostre gengive. Ecco perchè la miglior soluzione è affidarsi a un professionista o evitare la formazione di tartaro il più possibile, con le procedure di igiene domiciliare, cioè il caro buon vecchio spazzolino, filo e scovolino. Perchè ci sono persone che hanno più tartaro di altre? La prima cosa che mi preme dirvi è che il tartaro è placca calcificata, quindi se noi eliminiamo 3 volte al giorno scrupolosamente la placca in teoria non si dovrebbe formare tartaro. In pratica difficilmente riusciamo a raggiungere perfettamente ogni zona della bocca ed è li che arriva periodicamente l’igienista dentale. Ecco che l’igiene orale quotidiana è la prima cosa in assoluto, che influenza la formazione di tartaro. Detto questo possiamo affermare che anche la saliva influenza la formazione di tartaro, infatti una saliva con ph più basico tenderà a mineralizzare più velocemente la placca con una formazione maggiore rispetto ad una saliva più acida. Oltretutto i punti dove si forma più tartaro sono quelli che corrispondono allo sbocco delle ghiandole salivari, cioè nella parte esterna dei molari superiori e nella parte interna degli incisivi inferiori. Ma ricordatevi che se non c’è placca sui denti, non c’è niente da mineralizzare! Ecco che la regola numero uno per una bocca sana rimane disgregare il biofilm batterico con gli strumenti meccanici che il vostro igienista vi ha consigliato! Buon sorriso! Ci sono molti collutori commerciali venduti come antibatterici, antiplacca, antitartaro. Alcuni di questi presentano alcol. Li riconosci subito, perchè esplodono in bocca e “sono una bomba per l’igiene orale”. Bruciano, non sempre si riescono a tenere in bocca per il tempo giusto per questo tendiamo a diluirlo o a fare sciacqui brevi, senza efficacia. Come ho scritto in questo articolo qua, non sono una gran fan dei collutori, ma quelli con l’alcol li sconsiglio sempre. Perchè?
Se proprio c’è bisogno del collutorio meglio evitare quelli con l’alcol e utilizzare altre molecole con principi attivi specifici antibatterici come clorexidina, zinco cloruro, o preparazioni erboristiche come olii essenziali, tinture madri. Insomma torniamo sempre allo stesso punto, il collutorio è bene utilizzarlo solo in caso di vera necessità e con il principio attivo giusto per il problema correttamente diagnosticato. Se proprio non si riesce a fare a meno e lo si utilizza per mero piacere, evitate l’alcool e altre molecole che con un uso prolungato possono essere dannose. Buon sorriso! Bibliografia per saperne di più Spesso i miei pazienti mi confidano che sono stati a fare l’igiene in qualche nuovo centro low-cost. Le motivazioni spesso sono solo economiche, volevano provare, pensando che non sarebbe cambiato molto. Non sono solita rimproverare questi comportamenti perchè io sono la prima che vuole vedere con il proprio naso come funzionano le cose. Oltretutto solo il fatto di ritrovarli sulla mia poltrona e di avermi scelto consapevolmente è per me motivo di soddisfazione personale. Non vi dirò cosa, secondo me, c’è di sbagliato nella gestione di quei centri, nella loro politica sia verso i dipendenti che verso i pazienti, visto che non è mia intenzione puntare il dito verso nessuno: dovrei conoscere ad uno a uno tutti i centri low-cost per dire che tutti sono uguali e non voglio fare di tutta un’erba un fascio. Vorrei però spiegare perchè ci sono differenze di costi così elevati. E lo farò spiegando proprio i costi dell’igiene professionale che fate circa una/due/tre volte all’anno da me:
Ecco perchè un’igiene professionale, che possa chiamarsi tale ha un costo, che deve essere sostenibile, non una rimessa per lo studio e per il professionista che offre la prestazione. Domandatevi sempre se conviene risparmiare a discapito della salute e da dove vengono poi presi i soldi che risparmiate nelle detartrasi professionali a basso costo o addirittura offerte. Ricordatevi che uno studio dentistico che mette la prevenzione in primo piano ci tiene che il paziente stia bene, e non che passi la vita sulla poltrona odontoiatrica. Buon sorriso! Il collutorio è uno dei presidi di igiene orale più amato dai miei pazienti. Lo comprano spontaneamente, ricordano le marche, se potessero ci farebbero il bagno mattina e sera.
Poi, arriva il giorno di andare dall’igienista dentale, percorrono soddisfatti il corridoio, mi salutano con un sorriso a trentaduedenti e prima che io possa rispondere al saluto esclamano: “Ok, confesso! Il filo non l’ho usato, ma vedrà dottoressa, ho delle gengive da urlo! Ho usato tutti i giorni il collutorio!” Adesso io cosa faccio? Come potrei dirgli che il collutorio non è l’elisir miracoloso? Il mio è davvero un lavoro difficile ;-D Allora faccio un bel sospiro e cerco di spiegare al mio caro paziente, che quello che sente nelle pubblicità in televisione non è verità assoluta, sperando che non mi mandi a quel paese. Scherzi a parte, esistono milioni di tipi di collutori, come i dentifrici. Sbiancanti, antibatterici, antiplacca, antitartaro, contro l’alitosi, che ti esplodono in bocca, rimineralizzanti e chi più ne ha più ne metta. Districarsi tra i banchi delle farmacie e del supermercato diventa veramente difficile. Ma un concetto deve essere chiaro nella vostra testa: Il collutorio, non è indispensabile per l’igiene orale. E’ un coadiuvante, un aiuto, ma esso senza una corretta igiene meccanica, quindi spazzolino, scovolino e filo, non è di nessun aiuto. Oltretutto, come vi ho scritto sopra, ci sono delle differenze sostanziali nei principi attivi di ogni collutorio quindi non tutti hanno la stessa efficacia e non tutti hanno la medesima prescrizione. Per esempio, non serve a nulla usare un collutorio con clorexidina se il mio problema sono le carie e la sensibilità dentinale, come non serve a nulla usare prodotti rimineralizzanti se ho bisogno di un aiuto nel far passare una infiammazione come la gengivite. Un’altro motivo per cui non consiglio di utilizzare sempre un collutorio è che è bene mantenere il naturale equilibrio del cavo orale. La bocca non potrà mai, e non dovrà mai essere un ambiente sterile, non tutti i batteri che sono nel cavo orale sono cattivi ed esistono degli equilibri molto importanti sia tra i batteri stessi che tra i microorganismi e il corpo umano. Come sapete anche nell’intestino abbiamo il microbiota intestinale che ci aiuta nei processi digestivi, che non deve assolutamente essere eliminato. Quindi perchè dovremmo eliminare tutte le 300 e più, specie batteriche che abbiamo in bocca? Dobbiamo mantenere un equilibrio senza utilizzare quotidianamente disinfettanti o antibatterici. Nel caso ci siano infiammazioni da guarire allora si, ma per un periodo limitato e sotto una prescrizione precisa. Se ci sono delle problematiche particolari chiedetemi sempre quale tipi di collutorio o marca utilizzare e sarò felice di indirizzarvi verso quello più utile. Buon sorriso! Ci sono varie malattie gengivali che spesso vengono erroneamente definite tutte con il termine di gengivite. In realtà ci sono delle classificazioni molto precise che noi clinici conosciamo, che sono indispensabili per riuscire a diagnosticare la giusta causa e di conseguenza la giusta terapia. Una delle malattie gengivali più frequente, che può comparire sia nei bambini, che negli adulti, che negli anziani è la gengivite indotta da placca. La gengivite è uno stato infiammatorio reversibile delle gengive, causato da un accumulo di placca batterica. Come faccio a sapere se soffro di gengivite? I segni clinici tipici della gengivite sono sanguinamento, gonfiore, arrossamento, edema del margine gengivale, aumento del volume gengivale, chiamato ipertrofia e frequentemente alitosi. Anche la forma spesso è alterata, trovando una gengiva più globosa a livello delle papille interdentali con un margine frastagliato, il tutto condito da fastidio e dolore. Avete già sentito parlare di questi sintomi? Se vi ricordate vi ho descritto qua, di un’altra malattia che presenta dei segnali simili che è la malattia parodontale. Ci sono però differenze sostanziali che permettono all’ igienista o all’ odontoiatra di capire se si tratta di una o dell’altra. Quali sono?
Come faccio a curare la gengivite?
Insomma impara a pensare a noi igienisti come alleati per la prevenzione della tua bocca, che periodicamente ti insegneranno a conoscerti, a prenderti cura di te, così che non dovrai mai passare per la sedia del dentista :-D Buon sorriso! Bibliografia per saperne di più: Sudore freddo, stomaco chiuso, bocca asciutta e battiti cardiaci frequenti.
O stai scappando da qualcosa che ti terrorizza o sei solamente nella sala d’attesa del dentista. Purtroppo i due terzi dei pazienti che vedo hanno paura o comunque un fastidio nel dover frequentare i nostri studi medici. La maggior parte di loro ha una paura razionale che deriva da brutte esperienze passate. Odontoiatri e igienisti poco attenti o poco aggiornati, abusivi incapaci, o odontoiatria di basso livello sia italiana che straniera. Una più piccola percentuale invece non riesce a gestire una vera e propria fobia. Si definisce fobia una paura irrazionale di qualcosa, quindi non giustificata da un vero pericolo e non proveniente da episodi passati. Insomma per questi pazienti andare dal dentista è uno sforzo enorme e infatti il problema è proprio quello: spesso non ci vanno. Ecco che si instaura un pericoloso circolo vizioso: chi ha paura spesso tende a trascurare i sintomi e non si presentano né ai richiami di igiene né ai controlli periodici. Quindi un problema che poteva essere piccolo se intercettato in tempo, diventa grande. Ecco che il dolore, il fastidio, il disagio fisico ed emotivo causati dai problemi dentali e gengivali alimentano ancora di più paure e fobie. Così, ci ritroviamo spesso, con pazienti gravemente fobici, obbligati dalla devastazione del cavo orale, a presentarsi dopo anni di latitanza nei nostri studi dentistici. E noi come ci comportiamo? Quello che posso garantire degli studi in cui lavoro e dei professionisti che lavorano con me è l’attenzione speciale che è rivolta ai pazienti. So che posso dire qualsiasi cosa e tu, paziente terrorizzato che leggi, fai fatica fidarti, ma l’odontoiatria non è più come una volta. Si usano metodi molto più conservativi, strumenti più confortevoli e delicati e si cerca di eliminare sempre il dolore prima di tutto. Quando vi vedo per la prima volta, ascolto i vostri dubbi, le vostre paure e il motivo che vi ha portato da me; già dal colloquio inizia la personalizzazione del trattamento. Conosceremo insieme gli strumenti che userò, affronteremo le sedute in più volte per evitare il più possibile i disagi. Utilizzerò la floriterapia e la fitoterapia per diminuire l’ansia e tranquillizzarvi, se necessario si usano anche anestetici di varie tipologie. All’ inizio mi ritrovo sempre persone tese come corde di violino poi, piano piano, noto il viso più rilassato ma sorpreso, perchè l'aspettativa era molto peggiore. Certo non vi risolverò la vostra fobia, ma la maggior parte delle volte chi ha paura diventa un paziente molto collaborativo sia in studio che quando è a casa ed il livello di soddisfazione di entrambe le parti è molto alto. Ma io…cosa vorrei da voi? Noi igienisti siamo poco pretenziosi, ci piacerebbe che:
Buon sorriso! Mi sono accorta di aver fatto molti articoli per voi nominando la placca batterica, ma non vi ho mai spiegato che cos’è. E’ ora di porre rimedio anche se sarà un articolo un po’ più complesso del solito, ma fondamentale per conoscere come siamo fatti e comprendere la causa delle malattie. La placca batterica è un agglomerato di microorganismi, soprattutto batteri che convivono in una struttura che è costituita da proteine glicosalivari, polisaccaridi, prodotti di scarto dei batteri, enzimi, cellule desquamate, residui alimentari e materiali inorganici, come fosforo e calcio. Grazie alle ricerche, siamo venuti a sapere che tutte queste varietà di microorganismi lavorano insieme e cooperano alla sopravvivenza come un biofilm, riuscendo sia a nutrirsi, replicarsi che a difendersi, risultando resistente anche agli antibiotici. Ecco ora inserite questo condominio di più di 300 specie batteriche in bocca, un ambiente tutt’altro che isolato. Un ambiente a contatto con l’esterno ma con tanti punti dove infiltrarsi e proliferare come spazi interdentali, solchi dentali, solchi gengivali, ponti, impianti ecc. Un ambiente con continuo passaggio di cibo e liquidi. Insomma abbiamo l’habitat perfetto per far crescere un mondo intero! Ma come si forma? Il meccanismo di formazione del biofilm è molto complesso, ma cercherò di semplificarlo. Immaginiamo una bella bocca fresca, appena uscita dalle super pignole mani di un’ igienista dentale ( che sarei io :-D). Dopo pochissimo tempo si ha già la formazione della pellicola acquisita, cioè un primo strato formato da macromolecole come mucine e anticorpi che sviluppano delle forze elettrostatiche e che iniziano ad attirare i primi batteri, solitamente Cocchi che iniziano ad aderire alle superfici del dente. Essi a loro volta aiutano ad attaccarsi altri batteri , rinforzando i legami alla superficie del dente e iniziando ad organizzare casa con nutrimenti per tutti, pronti per una grande festa dove ci si replica, si mangia e ci si difende dal vicino fastidioso che non vuole il baccano, l’antibatterico. Questo succede circa nelle prime 24-48 ore. Se continuiamo a non pulire bene ogni angolo della nostra bocca, tutto questo si espanderà e diventerà più maturo, ma anche più specifico. Si è visto infatti che il biofilm sopragengivale è diverso da quello sottogengivale che è a sua volta diverso di quello su un impianto dentale o su una protesi. Ebbene si, l’adesione avviene facilmente in tutte le superfici dure, come smalto, dentina, cemento radicolare, impianti e protesi. Questo come vi ho spiegato qui e qui è il punto di partenza delle malattie del cavo orale come gengivite, malattia parodontale e carie. Come è possibile eliminarlo? Okay, direi che la mia descrizione assomiglia ad uno scenario apocalittico. Ma la soluzione è molto più semplice del previsto. L’unica soluzione è disgregare, dividere, distruggere fisicamente il biofilm batterico perché milioni di batteri soli e separati sono praticamente innocui. Usando spazzolino scovolino e filo interdentale. Ecco perché nessuna molecola o collutorio può raggiungere le profondità di un biofilm. E’ come se una tempesta potesse spazzare via la barriera corallina. Può toccarla, danneggiarla superficialmente ma le solide basi dei coralli rimangono ancorate al suolo. Sperando di essere stata chiara e non aver creato nuove fobie, vi saluto e a presto con un nuovo articolo!
L’idropulsore è uno strumento nato alla fine degli anni 50 con lo scopo di agevolare la pulizia interdentale.
Come funziona? L’idropulsore è uno strumento meccanico che fa partire un getto di acqua e aria a pressione con una potenza modulata. Ci sono sia con il serbatoio d’acqua direttamente nel manico, quindi più trasportabili che con un serbatoio a parte. Molti pazienti mi chiedono informazioni su questo strumento perchè la sensazione che lascia dopo il suo uso è piacevole, regala un senso di pulizia profonda e il mercato l’ha fatto ritornare un pò di moda. Ecco il perchè di questo articolo. Non tutto è oro quel che luccica, e come ormai avrete imparato leggendo i miei articoli, anche qua non c’è niente di miracoloso. Grazie a delle revisioni scientifiche ora, abbiamo la certezza che l’idropulsore rimuove efficacemente i residui di cibo ma non riesce a rimuovere il biofilm batterico. Che significa? Il biofilm batterico è quella che chiamiamo comunemente placca batterica ed è una colonia organizzata di batteri che ricopre la superficie del dente delle radici e delle mucose comprese le gengive. Essa è molto adesa alle superfici e ha una consistenza molle e appiccicosa. E’ questo il motivo dell’esistenza del mio lavoro, perchè è il biofilm il responsabile della maggior parte delle malattie della bocca. All’interno ci sono colonie di batteri vivi, organizzati tra di loro che si scambiamo nutrimenti e riescono anche a essere resistenti ad alcuni antibiotici. Ecco perchè un semplice getto d’acqua anche sprigionato ad una certa potenza non è in grado di portare via questo biofilm. Torno a ripetere che l’unica cosa per rendere inoffensivo il biofilm è la disgregazione meccanica, quindi spazzolino scovolino e filo. Andando a disgregare il biofilm avremmo dei batteri sparsi e disorientati che saranno totalmente innocui senza la colonia. Quando trovo utile l’utilizzo dell’idropulsore? L’idropulsuore lo trovo utile in qualche particolare occasione ma praticamente mai indispensabile. E’ utile in tutti i casi ci sia difficoltà a rimuovere efficacemente residui di cibo: protesi fisse, protesi su impianti, apparecchi ortodontici e pazienti con particolari difficoltà di manualità portatori di protesi fisse. Non lo trovo indispensabile perchè:
Quindi ben venga se siete persone particolarmente meticolose e volete avere ogni freccia al vostro arco o per anziani che hanno grosse difficoltà manuali e non riescono a utilizzare bene neanche lo spazzolino così è un aiuto valido per i residui di cibo solitamente sotto protesi. Quindi non siate pigri usate filo e scovolino che fanno di più di quello che fa l’idropulsore e la sensazione di pulizia è anche migliore. Provare per credere! Il dentifricio è una di quelle cose che utilizziamo ormai in maniera automatica quotidianamente. I miei pazienti sulla questione dentifricio si dividono in 3 grandi categorie:
Ecco, ora vi svelo l’arcano. Il dentifricio essenziale e super miracoloso non esiste. Il dentifricio è un aiuto alla detersione delle superfici dentali e alcuni di loro hanno dei principi attivi che partecipano a vari processi come la rimineralizzazione dello smalto, la maggior resistenza all’erosione acida, la desensibilizzazione, l’azione antibatterica, l’effetto astringente o smacchiante. Cosa intendo con aiuto? Ciò che ritengo importante è che il dentifricio non è essenziale come lo sono spazzolino filo e scovolino per la salute della bocca, come ho già spiegato qui la cosa importante è sempre la detersione meccanica che potrebbe anche non comprendere il dentifricio. Io da quando sono piccolina sono sempre stata abituata al suo uso e sinceramente farei fatica a rinunciarci perchè per me la sensazione post spazzolamento con il mio dentifricio preferito è piacevolissima. In questi anni soprattutto mi sono stati presentati tantissimi dentifrici con formulazioni innovative che si sono rivelati un prezioso aiuto per i miei pazienti. In questo post vorrei mettervi in allerta invece su quei dentifrici e quelle formule alchemiche che si trovano su internet e nei supermercati venduti come "miracolosi" “naturali” o “rimedi della nonna” che solitamente fanno più danni che altro.
Riassumendo quindi io preferisco sempre consigliare dentifrici con formulazioni chiare e trasparenti, con numerosi test clinici alle spalle e che siano sempre delicati con denti e gengive, perchè il rischio di recessioni o abrasioni è elevato. Magari non saranno proprio i più economici che trovate in commercio, ma la quantità di uso è minima ( ne basta poco così ---- ) quanto un cece o un pisellino. Non fatevi ingannare da spot televisivi con denti color ceramica o da foto prima e dopo trovate sul web perchè hanno spesso formulazioni molto aggressive con ingredienti come bicarbonato e limone di cui parlerò in futuro. Vi farò conoscere anche i prodotti che mi piacciono di più! Stay Tuned! Lo scovolino è uno degli strumenti per l'igiene orale domiciliare che preferisco. Difficilmente altri strumenti puliscono lo spazio interdentale in modo così efficace. Una volta scelta la giusta misura esso si inserisce tra un dente e l'altro e le setole toccano tutte le superfici del dente e della papilla interdentale andando a disgregare il biofilm batterico. Oltre alla letteratura scientifica che mi supporta, anche i miei pazienti trovano questo strumento speciale e utilissimo. È particolarmente efficace in tutti quei casi che:
Come è fatto uno scovolino? Lo scovolino ha un'anima centrale in metallo, spesso ricoperta di materiali più morbidi come la plastica, per essere meno traumatico possibile anche in presenza di impianti e le setole che girano tutt'intorno alla lunghezza. Tempo fa non c'era tutta scelta che c'è oggi sul mercato di questo strumento. Oggigiorno è una giungla di scovolini, conici, cilindrici, piccoli, grossi setole morbide, più resistenti, con il manico lungo, corto, senza manico...insomma fanno veramente perdere la testa! Ma come si sceglie uno scovolino? Come per il filo e lo spazzolino è difficile dare delle indicazioni generali, perchè gli spazi interdentali sono diversissimi anche all'interno della stessa bocca e spesso se ne usano più di una misura piuttosto che tipologia o marca. I miei pazienti sanno che non sono legata ad un brand in particolare anche se ho i miei preferiti, ma una volta che li abbiamo provati insieme per conoscere la misura giusta e l'uso corretto, possono poi sbizzarrirsi a provare quelli che vogliono, anche se il mio consiglio è di utilizzare sempre scovolini certificati che magari hanno un prezzo leggermente maggiore, ma poi ripagano in resistenza e qualità dei materiali. Anche la forma è importante, infatti secondo gli studi la forma cilindrica è preferibile alla conica. Quindi non vi dirò "usate quello scovolino" ma come ho già fatto per gli altri strumenti di igiene posso darvi delle regole generali che vi possono semplificare l'uso, partendo dal presupposto che lo scovolino pulisce tutto il collo della papilla interdentale e si passa sotto il punto di contatto dei denti. Usate più misure: utilizzare uno scovolino troppo piccolo che passa senza toccare le superfici non ha senso. Utilizzate almeno due misure di scovolini. Lo scovolino si può riutilizzare ma attenzione, non per mesi. Se l'anima metallica si piega e le setole si indeboliscono troppo è da buttare. Più è piccolo più facilmente si rovina. Usate il cappuccio di protezione solo se lo portate in giro sennò asciugatelo e tenetelo senza protezione così c'è meno proliferazione batterica. Tenete la bocca socchiusa per arrivare meglio negli spazi tra i denti posteriori, cosi la guancia non vi intralcerà. Non guardatevi allo specchio con la bocca spalancata, è più difficile, ma andate più a sensazione soprattutto per i posteriori, imparate a conoscere la vostra bocca anche al tatto. Non spingete troppo forte lo scovolino. Cercate con delicatezza la via giusta, che poi passerà più agevolmente e senza piegarsi. Bene spero di avervi incuriosito con questo strumento ancora poco utilizzato perchè è molto funzionale, e come sempre per qualsiasi informazione in più, contattatemi! Bibliografia per saperne di più Come vi ho già accennato sono una gran fan dello spazzolino elettrico.
I vantaggi principali di questo strumento sono proprio la sua facilità di utilizzo e la dimostrata, sia scientificamente che quotidianamente nella mia pratica clinica, capacità di pulizia superiore allo spazzolino manuale nello stesso tempo di utilizzo. In questo articolo vi voglio spiegare i modelli di spazzolino elettrico che ci sono in modo da affrontare la spesa giusta per voi. Quando parliamo di spazzolino elettrico per ora abbiamo un leader assoluto che è l' OralB/Brown. Tutte le altre marche non hanno ancora sviluppato le caratteristiche tecniche che ci servono, o hanno tecnologie diverse dallo spazzolino elettrico, come il sonico, che è comunque efficace, ma ve ne parlerò in un altro articolo. Quello che reputo fondamentale in uno spazzolino elettrico è:
Qui sotto cliccate sulle immagini e trovate i 4 modelli con le caratteristiche principali. Quello che cambia da uno all'altro sono la fascia di prezzo e altre caratteristiche utili, ma non fondamentali, che ognuno di noi a seconda delle esigenze, può trovare importanti. Vi darò anche una mia idea di paziente per ogni spazzolino. Buona scelta! Vorrei parlarvi di questa malattia perché da qualche anno è “sulla bocca di tutti”. Questo modo di dire non è improprio, considerando che uno dei modi per riconoscerla è proprio di guardarvi in bocca e in questo articolo vi spiegherò il perché. Conosco bene questa malattia e le sue mille sfaccettature perché mia sorella ha scoperto di essere celiaca circa a 25 anni e da allora segue una dieta gluten free. Sono passati dieci anni ormai e la celiachia è fortunatamente diventata più conosciuta, perché i casi conclamati tra gli italiani negli ultimi anni, secondo il Ministero della Salute, hanno avuto un'impennata del 15%. Un'altra conferma, inoltre, arriva dall'incidenza a livello di genere, che vede la celiachia come una patologia "al femminile" con più del doppio dei casi di donne affette. La sua comparsa, inoltre, non avviene più tanto durante l'età infantile (i bambini sono il 9,3%), ma si verifica sempre di più in età adulta. Data l'incidenza, i celiaci sarebbero potenzialmente circa 600.000 ma ne sono stati diagnosticati ad oggi intorno a 172.000, in quanto sono numerosi anche i casi sospetti ai quali non viene data ufficialità. Dico fortunatamente è diventata più conosciuta, perché questo consapevolizza tutti noi, le aziende, ma anche le persone che lavorano nella ristorazione, al problema, dando luogo a tantissime possibilità di cibi alternativi gluten free, migliorando notevolmente la qualità di vita di un paziente celiaco rispetto al passato. Ma cos’è la celiachia? La Malattia Celiaca (o Celiachia) è una infiammazione cronica dell'intestino tenue, scatenata dall'ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. La Celiachia è caratterizzata da un quadro clinico variabilissimo, che va dalla diarrea profusa con marcato dimagrimento, a sintomi extraintestinali, alla associazione con altre malattie autoimmuni. A differenza delle allergie al grano, la celiachia non è indotta dal contatto epidermico con il glutine, ma esclusivamente dalla sua ingestione. Non trattata può portare a complicanze anche drammatiche, come il linfoma intestinale o il morbo di Crohn. Mia sorella non aveva sintomi specifici, spesso infatti risulta praticamente asintomatica, quindi difficilmente diagnosticabile. In tutto questo, cosa c'entra l’igienista dentale? La celiachia può essere identificata con assoluta sicurezza attraverso la ricerca sierologica e la biopsia della mucosa duodenale, ma l’igienista dentale e l’odontoiatra possono porre un sospetto diagnostico sulla malattia grazie a dei sintomi ricorrenti che colpiscono il paziente celiaco. Sono infatti frequenti alcune alterazioni sia dei tessuti duri, molli del cavo orale e del flusso salivare. Questo ci rende importantissimi per creare un sospetto che può portare ad una diagnosi precoce e preventiva verso i danni che provoca questa malattia. Come vi ho già detto più volte la prevenzione è la migliore arma per raggiungere uno stato di benessere e questo caso ne è la prova. Quali sono le manifestazioni orali in un paziente celiaco? Ci dobbiamo mettere in allarme con:
È importante sapere che questi sono tutti sintomi ricorrenti, ma aspecifici, cioè non sono correlati esclusivamente a questa malattia. Non per forza si verrà diagnosticati celiaci se si presentano alcuni di questi sintomi, infatti le afte sono molto comuni nella popolazione, ma come ho scritto sopra possono essere un importante campanello di allarme. Bibliografia per saperne di più ![]() Certo! Non solo se sei in gravidanza puoi venire ai consueti richiami di igiene orale ma devi! E' molto importante considerare la gravidanza una piacevole attesa, non una condizione di malattia. Cosa succede al mio corpo in gravidanza? In gravidanza il corpo di noi donne subisce uno scombussolamento totale che riduce la capacità di reazione allo stress psicofisico, come se fosse tutto amplificato. Nel primo trimestre i cambiamenti endocrini sono responsabili di nausee, vomito e tendenza all'ipotensione: per questo potrete sentirvi stanche, con giramenti di testa e poca energia. Nel secondo trimestre c'è uno periodo di relativo benessere che si riduce con il progredire della gestazione. Entriamo nel terzo e ultimo trimestre dove l'ingombro dell'utero, la richiesta aumentata di ossigeno e altre patologie sistemiche che possono subentrare, come il diabete gravidico, ipertensione, anemie o edemi linfatici, creano non pochi disagi alla futura mamma. Capisco che con tutti questi cambiamenti l'igienista o l'odontoiatra sono rimandati dopo la nascita del piccolo umano. Quindi perchè devo venire dall'igienista durante la gravidanza? In questo momento anche il cavo orale subisce trasformazioni: nella maggior parte delle mie pazienti noto un sanguinamento spontaneo delle gengive, edema, rossore, gonfiore di tutto il margine gengivale e delle papille, i tipici segni di gengivite. Se trascurata questa infiammazione provocata dall'aumentare di estrogeni può dare manifestazioni più gravi come l'epulide gravidica o il peggioramento di malattie parodontali preesistenti. Anche la saliva subisce delle alterazioni, sia quantitative che qualitative, dovute alla nausea, al vomito, al reflusso gastroesofageo e alla necessità di piccoli pasti per ovviare alla compressione dello stomaco da parte dell'utero: questo porta ad una aumentata acidità nel cavo orale e una minor protezione verso i batteri cariogeni. Ecco perchè è fondamentale mantenere dei controlli frequenti durante il periodo della gestazione. Solitamente consiglio alle mie pazienti di iniziare un percorso insieme una volta avuto la notizia del lieto evento. Passato il primo trimestre più critico, possiamo tranquillamente fare l'igiene e ricevere tutte le informazioni utili per la mamma e futuro nascituro. Dopo il primo incontro decidiamo insieme, a seconda delle condizioni, se vederci ogni 2-3 mesi per dei controlli o per eseguire dei trattamenti di igiene più frequenti e meno invasivi in modo da non alzare mai il livello di infiammazione fino al parto. È molto importante imparare a prendersi cura di se stesse durante questo delicato periodo della vita, sia perchè il vostro cucciolo risente di ogni sentimento già da dentro di voi, quindi una gravidanza senza infiammazioni dolori e disagi è sicuramente una gravidanza più serena; sia perchè una volta nato, il tempo per voi sarà molto meno e se non avete già interiorizzato le buone abitudini per la salute del vostro sorriso difficilmente riuscirete a non trascurarvi. Anche se sarà difficile non dimenticatevi mai di voi stesse, perchè se stanno bene le mamme staranno sicuramente meglio anche i vostri bimbi. Bibliografia per saperne di più Non poteva mancare un articolo sul protagonista indiscusso delle mie giornate. Come sapete tendo a prediligere l'elettrico, ma pretendo che ogni mio paziente dai 5 ai 110 anni sia a conoscenza della tecnica ideale per lo spazzolamento manuale, perchè lui sarà sempre presente in ogni casa (spero) . Ed ecco la fatidica domanda.. Come si spazzola? Purtroppo oggi dovrò deludervi, perchè non c'è una tecnica universale che vada bene per tutti. Questo semplice gesto quotidiano rivela quanto è importante la persona, l'individualità. Quando andate da un'igienista, lui/lei sapranno guidarvi nella scelta della tecnica corretta dopo una attenta diagnosi individuale del paziente. Le bocche sono diverse e quindi i bisogni sono differenti per ognuno di noi. Una cosa però posso fare ed è dirvi cosa assolutamente non fare con uno spazzolino in mano!
![]() Eccoci di nuovo qua a provare a risolvere uno dei dubbi che più attanagliano i miei pazienti: lo spazzolino, meglio manuale o elettrico? Partiamo dal presupposto che squadra vincente non si cambia, se quando andate dal vostro igienista, essa/o vi guardano con occhi sognanti perchè non hanno trovato placca né terribili abrasioni sulle superfici dei vostri denti, guai a cambiare il vostro modo di spazzolare, non vorrà sapere neanche cosa fate :-D Scherzi a parte le condizioni per valutare un buon spazzolamento, non sono solo assenza di placca, ma anche gengive sane, non traumatizzate da uno movimento troppo vigoroso che nel tempo può portarci a varie problematiche come le recessioni gengivali. Gli studi dell'ultimo decennio favoriscono quasi unanimamente lo spazzolino elettrico, tant'è che è consigliato nelle linee guida ministeriali come strumento favorito per una corretta igiene orale già da svariati anni. Ma quali sono le differenze sostanziali per cui tutti noi professionisti prediligiamo questo strumento? 1.La facilità di utilizzo: non bisogna più pensare ne fare niente, fa tutto lui. Oscilla, pulsa e voi dovete solo spostarlo da una superficie all'altra dandovi anche i tempi corretti e la pressione corretta. 2.Basta recessioni: si è visto che un corretto uso dello spazzolino elettrico anche su biotipi gengivali sottili riesce a fare una corretta igiene senza traumatizzare i tessuti. La SIDP (Società Italiana di Parodontologia) consiglia questo strumento con setole morbide anche in siti post chirurgici. 3.È economico: ci sono modelli più economici e più costosi, ma la parte tecnica tra i modelli professionali è praticamente la stessa quindi non per forza bisogna spendere un patrimonio per avere uno spazzolino elettrico. Come in tutte le cose la differenza è nei materiali, nel design, negli accessori e in alcune opzioni utilissime ma non fondamentali per il corretto uso del dispositivo. Mi piace molto avere diverse opzioni da consigliare dato che per me la personalizzazione delle tecniche di igiene orale è fondamentale, perchè ognuno di noi ha diversi stili di vita e ci servono diversi modi e accessori in modo che tutto possa risultare facile e magari anche divertente. Oltretutto, più persone possono usare lo stesso spazzolino cambiando le testine che sono la parte da mantenere rigorosamente personale. 4.Il timer: non mi stancherò mai di ripeterlo, sia con il manuale che con l'elettrico il tempo è fondamentale! L'elettrico ha dalla sua che avendo un timer mi fa sperare nell'effetto "senso di colpa" quando ci si accorge di essere troppo frettolosi, e sappiate che in fondo sono solo 2 minuti anche se vi sembrano eterni. 4 a 0 per l'elettrico...ma è proprio così? Il mio amore per questo strumento è indiscutibile, porta tanti buoni risultati, ma come vi dicevo all'inizio di questo articolo l'individualità è basilare e ogni persona deve avere lo strumento più giusto per sé, perchè le manovre di igiene orale non devono essere un dovere ma sempre un grandissimo piacere. Bibliografia per saperne di più ![]() Si lo so, già soltanto a leggere questa parola la maggior parte di voi sbuffa davanti al pc. Come vi ho già accennato nei precedenti articoli, una delle cose più importanti è la pulizia interdentale per prevenire problemi come la carie e la malattia parodontale. Ma come si fa? Bene, ho una buona notizia per voi: una raccolta di studi scientifici ha recentemente evidenziato che il filo non è poi così utile come pensavamo. La difficoltà di utilizzo, la consistenza dei fili più usati come cerati o a nastro portano ad una sola conclusione, che se lo usiamo o non lo usiamo non è che ci siano grandissime differenze. Come la maggior parte dei miei pazienti sa, preferisco sempre consigliare lo scovolino, ma in certi casi il filo è ancora molto importante. Anche qua l'individualità è basilare, per questo è meglio incontrarsi e conoscersi. Ci sono però dei concetti base che ripeto continuamente ai miei pazienti, per un buon uso del filo in modo che diventi una pratica piacevole e indispensabile e non una tortura. Bisogna usare un pezzo di filo lungo almeno 30-40 cm, non lesinate! E' importante non portarsi i batteri da un punto all'altro e bisogna usare sempre un pezzo di filo pulito. Non state a bocca spalancata davanti allo specchio. È molto più difficile far entrare le mani fino in fondo, meglio con la bocca socchiusa per tirare facilmente la guancia ed entrare fino ai molari. Non usate fili a nastro o fili non cerati, sono più traumatici sulle gengive e non disgregano la placca come dovrebbero. Meglio i fili a spugna, leggermente elastici e ruvidi. Il filo passa sempre, non esiste punto dove non passa. È più probabile che la vostra tecnica sia sbagliata. Non rimanete solo nel punto di contatto tra i denti, ma andate a pulire il solco dentale che è il punto di maggior accumulo di placca dentale. Tenete quanto più potete le dita delle due mani che guidano il filo vicine tra loro, questo vi permetterà di entrare nello spazio interdentale più agevolmente e più piano senza farvi male. Non usate gli strumenti interdentali raramente, ma devono essere usati almeno una volta al giorno. Sennò è normale che trovate sanguinamento al passaggio, sia perchè la vostra tecnica sarà arrugginita sia perché avete dato modo ai batteri di lavorare e creare di nuovo infiammazione. Il filo non si deve sfilacciare, se succede probabilmente c'è tartaro, o qualche otturazione, restauro incongruo o carie. fatevi controllare! Ovviamente questi sono consigli da ricordare mentre siete soli a casa ma siete stati già istruiti da un/una igienista dentale per la tecnica corretta. Non arrendetevi mi raccomando vi darà enormi soddisfazioni! Bibliografia per saperne di più |
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