Trentaduedenti di Alessia Morelli Igienista Dentale Pesaro
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26/2/2017

MAI SENZA, LO SPAZZOLINO MANUALE!

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So che vi chiederete se questo oggetto così di uso comune e banale, può ancora nascondere dei segreti. Ebbene si, credo che sia un oggetto importantissimo ed estremamente sottovalutato.
Ormai l'industria ci sta bombardando di ogni tipo di spazzolino, grande piccolo con le setole con la plastica di setole naturali con il manico ergonomico, quello che vibra e quello che oscilla, ma sono davvero tutti così funzionali?

Per prima cosa vediamo perchè dobbiamo spazzolare i denti!

Partiamo dal concetto che lo spazzolino serve per effettuare una azione di pulizia sulle superfici del dente e delle gengive meccanica. Praticamente andiamo a disgregare il biofilm batterico, o più comunemente la placca batterica.
Teoricamente, se noi disgreghiamo la placca batterica ed evitiamo che i batteri presenti nel cavo orale si organizzano, non dovremmo avere situazioni di malattia che siano carie o malattie gengivali.
Dico teoricamente perché se fosse cosi semplice mantenere questo equilibrio in un ambiente complesso come la cavità orale non avrei un lavoro ;-D
Quindi la detersione meccanica è fondamentale ed è quello che garantisce lunga vita ai nostri denti.
Lo spazzolino pulisce la maggior parte delle superfici dentali, anche se purtroppo non riesce a raggiungere le superfici interdentali, e li avremo bisogno di altri presidi.

Quali sono le caratteristiche ideali per uno spazzolino manuale?

I materiali: imparerete quanto sono amante delle soluzioni più naturali, ma qua non transigo. Setole assolutamente di sintesi in materiali inerti come nylon, silicone, ecc... nelle setole naturali, e nel legno si annidano batteri che si possono riprodurre facilmente. Da poco è uscito uno spazzolino totalmente biodegradabile, ve ne parleró più avanti.

La dimensione: più hanno una testina piccola meglio è! Sono più maneggevoli e riusciamo meglio a raggiungere i punti difficili del cavo orale.

La semplicità: non trovo nessuna utilità negli spazzolini con mille inserti in gomma che dovrebbero, lucidare o aiutare negli spazi interdentali. Anzi a volte rischiano di creare irritazioni gengivali.

La durezza e la quantità delle setole: oltre a essere di qualità le setole devono essere medio-morbide gli spazzolini duri dovrebbero essere messi al bando!
La maggior parte dei problemi che vedo sono causati da queste setole pari alla paglietta d'acciaio che si mangia gengive e dentina creando micrograffi nello smalto irreversibili. Gli spazzolini di qualità hanno tante setole che faranno in modo di darvi una buona consistenza nonostante siano morbide e evitare quell'effetto "non fa niente".

L'altra cosa essenziale è il cambio di spazzolino che possibilmente non va al pari con il cambio armadio.

Mi impegnerò a darvi consigli utili e economici, ma lo spazzolino va cambiato quando vedete le setole che si sventagliano o comunque dopo un tot di tempo le setole si usurano e creano danni invisibili sulla superficie dentale. Considerate che dovrete spazzolare i denti per tutta la vita e che devono possibilmente durare tutta la vita.

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19/2/2017

LA TEMUTISSIMA SENSIBILITA DENTINALE

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Ti capita spesso di accusare un acuto dolore dentale, come una scossa elettrica, se mangi o bevi qualcosa di caldo o freddo?

La causa più probabile è la sensibilità dentinale ed è anche uno dei motivi più frequenti che vi portano alla mia poltrona. 

Ma che cos'è esattamente e da dove viene?

Come vi ho già accennato il dente è formato dalla polpa, protetta dalla dentina in tutta la sua lunghezza, che è a sua volta protetta dal cemento nella radice e dallo smalto nella corona del dente. La sensibilità dentinale è dovuta all’esposizione della dentina; essa è costituita da tubuli dentinali, dei canali che collegano l’esterno del dente con le terminazioni nervose presenti nella polpa. Quando la dentina è esposta, l’applicazione di uno stimolo (fisico, chimico, termico) è in grado di dar luogo ad un movimento del fluido dentinale contenuto all’interno dei tubuli stimolando le terminazioni nervose e causando dolore.
​








Le cause della sensibilità dentinale sono molteplici e sono sempre da non sottovalutare e indagare insieme all'igienista o all'odontoiatra; le più frequenti sono: la perdita dello smalto come erosioni o abrasioni o la recessione gengivale.

Come possiamo evitare questo dolore?

Diagnosticare correttamente la causa porta a trovare più facilmente una terapia.

Eliminare manovre di igiene orale scorrette, come tecnica di spazzolamento errata o troppo vigorosa ed un uso scorretto dello scovolino o filo interdentale.

Impegnamoci in una igiene orale domiciliare quotidiana per evitare infiammazioni gengivali o lesioni cariose.

Non utilizzare uno spazzolino con setole dure o dentifrici con elevato indice di abrasività.

Diminuisci l’assunzione di cibi o bevande acide.

Controlla la tua salute generale; se soffri di acidità gastrica, reflusso o disturbi alimentari quali, anoressia o bulimia, puoi determinare un’erosione chimica dello smalto.

E se ormai fosse troppo tardi?

Per me è molto importante eliminare la sintomatologia dolorosa perchè ho notato che ovviamente il paziente preferisce non toccare la zona neanche con lo spazzolino, quindi non si fa altro che aggravare il problema già esistente.
Una volta esclusi  problemi che possono essere causa di dolore (come carie, fratture dentali, restauri incongrui) che sono di competenza esclusiva del dentista, io posso trovare la soluzione migliore con trattamenti specifici come desensibilizzanti professionali per togliere subito il sintomo doloroso.
Anche domiciliarmente ci sono molto trattamenti efficaci partendo da semplici dentifrici rimineralizzanti a dei trattamenti un pò più specifici per i casi più gravi.
È essenziale effettuare regolarmente una pulizia professionale dei denti in modo da ridurre le infiammazioni gengivali che possono causare retrazione gengivale e quindi l’esposizione della dentina. Ma la cosa più importante è quello che puoi fare tu a casa per sconfiggerla e per evitare che la situazione possa peggiorare. 




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12/2/2017

LE RECESSIONI GENGIVALI

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Come vi ho precedentemente annunciato oggi vi parlerò di recessioni gengivali.

S
i definisce recessione gengivale quando il margine della gengiva è sceso (nell'arcata inferiore ) o salito ( nell'arcata superiore) per causa batterica o traumatica scoprendo la parte radicale del dente.

​Praticamente quando vedete il dente "allungato" e le gengive ritirarsi è probabile che stiamo parlando proprio di questo.

Perchè avviene?

Come vi ho già detto le cause di una recessione gengivale possono essere principalmente due:
Batterica: i batteri presenti nella placca o nel tartaro creano una infiammazione a livello del margine gengivale e nel tempo la gengiva può reagire con una necrosi e quindi si ritira. Può essere anche questa una manifestazione di malattia parodontale soprattutto per i biotipi sottili.

Traumatica: le cause traumatiche possono essere molteplici; sbagliato uso di spazzolino scovolino e filo, o qualsiasi altra cosa utilizzate per pulirvi i denti dagli stuzzicadenti alle unghie alle forbicine ( si mi hanno detto anche quelle), spostamenti ortodontici, malocclusioni, otturazioni, corone ponti non congrui, ma anche malocclusioni, o traumi occlusali.

Ma la gengiva che ho perso ricresce?

Purtroppo, nella maggior parte dei casi, una volta che il processo è iniziato possiamo solo cercare di arrestarlo e l'unica via di recupero è la rigenerazione gengivale chirurgica. E' quindi molto importante prevenire per evitare sia un danno estetico se è a carico dei denti anteriori, che una più elevata suscettibilità alla carie e alla sensibilità dentinale.

Come sempre una diagnosi tempestiva ci permette di trovare la terapia giusta. Noi igieniste riusciamo a capire se una recessione è attiva oppure è di vecchia data; misurandole riusciamo a mantenere un controllo e trovando insieme la causa, riusciremo a darvi i consigli giusti per evitare il peggioramento.

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5/2/2017

LA MALATTIA PARODONTALE, QUESTA SCONOSCIUTA.

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L'argomento di oggi è la malattia parodontale detta anche "piorrea" che è una delle malattie più diffuse ma anche più sconosciute. Secondo le linee guida ministeriali per la promozione della salute orale e la SiDP la diffusione in Italia della parodontite ha raggiunto livelli allarmanti: più del 60% della popolazione in età adulta soffre di malattia parodontale e circa un 10-14% in uno stadio avanzato, con un aumento soprattutto nella fascia di età dai 35-44 anni.
Recentemente si è scoperta una forte correlazione con malattie sistemiche, in particolare malattie cardiovascolari, diabete, obesità, patologie polmonari e complicanze della gravidanza.
Come vi ho già più volte accennato il cavo orale è la porta d'ingresso al nostro organismo e la disseminazione batterica diretta o indiretta, cioè la sua stimolazione della risposta infiammatoria, rappresenta la base della relazione tra parodontite e malattie generali. 

La cosa essenziale da conoscere di questa malattia è che è una malattia batterica multifattoriale e cronico-degenerativa che colpisce, non il dente stesso, ma tutti i tessuti di supporto del dente:  gengiva, legamento parodontale e osso, con conseguente tragica perdita dell'elemento dentario. 










La parodontite causa gravi menomazioni funzionali, fonatorie ed estetiche e sono la causa principale di perdita di denti negli adulti.
Come vi ho già spiegato qui la radice del dente è inserita nell'alveolo dentale. Per mantenere il dente in sito abbiamo il legamento parodontale, tessuto elastico e resistente,  e la gengiva.
Se i batteri che formano la placca e il tartaro stanno troppo tempo attorno al dente iniziano a creare danno ai tessuti di supporto del dente distruggendoli. La gengiva infiammata dall'attività batterica si può come scollare dal dente e formare una tasca parodontale o reagire con una contrazione e seguire l'osso e quindi dare luogo ad una recessione gengivale.
E' molto importante sottolineare che il processo batterico è la causa principale ma ci sono molti fattori  che  fanno progredire e aggravare la situazione come il fumo, l'ereditarietà, la situazione sistemica e alcuni stati come la gravidanza e la menopausa.
 
Come posso sapere se ho la malattia parodontale?

Una delle caratteristiche della parodontite è l'essere subdola, infatti, finchè non siamo in uno stato avanzato difficilmente ci accorgiamo. È quindi molto importante conoscersi e ascoltarsi.

Se le mie gengive sanguinano, spontaneamente o allo spazzolamento, se ho spesso problemi di alitosi se osservo delle recessioni o degli arrossamenti del margine gengivale venite subito a farmi visita.

Guardatevi sempre allo specchio, non solo esteriormente ma anche all'interno della vostra bocca.
Conoscere approfonditamente il vostro cavo orale vi darà modo di anticipare e prevenire dei problemi che potrebbero, se trascurati crearvi grossi disagi, perdite di tempo e di denaro.

Una volta diagnosticata come posso curarla?

Come tutte le malattie multifattoriali è molto difficile curarla,  bisogna iniziare un percorso di igiene professionale e mantenimento, oltre ad un impegno costante nell'igiene domiciliare; solo così possiamo arrestare la sua progressione. 
​Più si prende in tempo più riusciamo a gestirla tra di noi; se è in stato avanzato avrò bisogno dell'aiuto dell' odontoiatra che interverrà chirurgicamente. 

Prevenzione!
Questo è l'unico modo per combatterla; essere consapevoli di cos'è, conoscerla, eliminare i fattori di rischio come la scarsa igiene e il fumo; questo diminuisce in modo esponenziale il rischio di andare incontro alla malattia. Non bisogna rassegnarsi come hanno fatto i nostri nonni e i nostri genitori alla perdita dei denti inevitabile. Tranne in particolari eccezioni, la malattia parodontale è prevenibile con una costante cura di se stessi e un buon equilibrio. 


Bibliografia per saperne di più
http://www.sidp.it/media/ta6k5di.pdf
http://www.sidp.it/progetti/www.periomedicine.it/newserfile/1/7bfc49/RevisioneLetteraturaProgettoPeriomedicineSIdP.pdf
​http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1441_allegato.pdf

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