Trentaduedenti di Alessia Morelli Igienista Dentale Pesaro
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14/9/2017

AIUTO HO LA GENGIVITE!

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Ci sono varie malattie gengivali che spesso vengono erroneamente definite tutte con il termine di gengivite. In realtà ci sono delle classificazioni molto precise che noi clinici conosciamo, che sono indispensabili per riuscire a diagnosticare la giusta causa e di conseguenza la giusta terapia. Una delle malattie gengivali più frequente, che può comparire sia nei bambini, che negli adulti, che negli anziani è la gengivite indotta da placca.
La gengivite è uno stato infiammatorio reversibile delle gengive, causato da un accumulo di placca batterica.

Come faccio a sapere se soffro di gengivite?
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I segni clinici tipici della gengivite sono sanguinamento, gonfiore, arrossamento, edema del margine gengivale, aumento del volume gengivale, chiamato ipertrofia e frequentemente alitosi. Anche la forma spesso è alterata, trovando una gengiva più globosa a livello delle papille interdentali con un margine frastagliato, il tutto condito da fastidio e dolore.

Avete già sentito parlare di questi sintomi?

Se vi ricordate vi ho descritto qua, di un’altra malattia che presenta dei segnali simili che è la malattia parodontale.
Ci sono però differenze sostanziali che permettono all’ igienista o all’ odontoiatra di capire se si tratta di una o dell’altra.

Quali sono?
  • La reversibilità: la gengivite è uno stato infiammatorio reversibile: significa che se noi curiamo i sintomi ed eliminiamo la causa, abbiamo una totale guarigione dei tessuti senza nessun danno permanente. La malattia parodontale è invece irreversibile, quindi anche se riusciamo a curare la malattia il danno che è stato causato all’osso, al legamento parodontale e alla gengiva non potrà essere totalmente recuperato.
  • La progressione: la gengivite spesso precede la parodontite. Però non per forza la gengivite si trasforma in malattia parodontale.
  • Il livello di coinvolgimento dei tessuti: la gengivite coinvolge i tessuti parodontali superficiali, mentre la malattia parodontale come vi dicevo coinvolge anche l’osso e il legamento parodontale.
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Come faccio a curare la gengivite?

  1. E’ essenziale non trascurarla né sottovalutarla. Sento spesso di persone che parlano di sanguinamento gengivale e arrossamenti come se fosse “normale” averli. Ebbene, no. Non deve fare. Non è normale avere tutti questi sintomi in un occhio, in un orecchio, in un ginocchio, né nei genitali, perchè dovrebbe essere normale averli in bocca?
  2. Evitate il "fai da te". Fatevi controllare da un’igienista dentale o da un odontoiatra in modo che possa capire qual’è veramente il problema e darvi la soluzione corretta. Non affidatevi a pubblicità televisive e del web su collutori, dentifrici, impacchi supernaturali miracolosi, che si, potrebbero nascondere alcuni sintomi, ma sicuramente non eliminano la causa, con in più il pericolo di non intercettare malattie più gravi come la parodontite.
  3. Non massacratevi con lo spazzolino lo scovolino o il filo. Va bene, provare a pulire meglio una zona infiammata, ma evitate il massacro; potreste trasformare il vostro bagno in una scena del crimine di CSI. Se non fate un’igiene professionale da anni, e non passate niente nello spazio interdentale dall’ultima volta che avete mangiato carne e siete vegani convinti, non iniziate a usarlo proprio nel momento dell’infiammazione. Rischiate di peggiorare le cose perchè le tecnica e la manualità sono sicuramente arrugginite e se c’è tartaro, non viene via solo con lo spazzolino.

Insomma impara a pensare a noi igienisti come alleati per la prevenzione della tua bocca, che periodicamente ti insegneranno a conoscerti, a prenderti cura di te, così che non dovrai mai passare per la sedia del dentista :-D
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Buon sorriso!


Bibliografia per saperne di più:
​www.gengive.org/faq/cos%E2%80%99%C3%A8-la-gengivite
​www.gengive.org/articolo/prevenzione-della-gengivite
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19/2/2017

LA TEMUTISSIMA SENSIBILITA DENTINALE

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Ti capita spesso di accusare un acuto dolore dentale, come una scossa elettrica, se mangi o bevi qualcosa di caldo o freddo?

La causa più probabile è la sensibilità dentinale ed è anche uno dei motivi più frequenti che vi portano alla mia poltrona. 

Ma che cos'è esattamente e da dove viene?

Come vi ho già accennato il dente è formato dalla polpa, protetta dalla dentina in tutta la sua lunghezza, che è a sua volta protetta dal cemento nella radice e dallo smalto nella corona del dente. La sensibilità dentinale è dovuta all’esposizione della dentina; essa è costituita da tubuli dentinali, dei canali che collegano l’esterno del dente con le terminazioni nervose presenti nella polpa. Quando la dentina è esposta, l’applicazione di uno stimolo (fisico, chimico, termico) è in grado di dar luogo ad un movimento del fluido dentinale contenuto all’interno dei tubuli stimolando le terminazioni nervose e causando dolore.
​








Le cause della sensibilità dentinale sono molteplici e sono sempre da non sottovalutare e indagare insieme all'igienista o all'odontoiatra; le più frequenti sono: la perdita dello smalto come erosioni o abrasioni o la recessione gengivale.

Come possiamo evitare questo dolore?

Diagnosticare correttamente la causa porta a trovare più facilmente una terapia.

Eliminare manovre di igiene orale scorrette, come tecnica di spazzolamento errata o troppo vigorosa ed un uso scorretto dello scovolino o filo interdentale.

Impegnamoci in una igiene orale domiciliare quotidiana per evitare infiammazioni gengivali o lesioni cariose.

Non utilizzare uno spazzolino con setole dure o dentifrici con elevato indice di abrasività.

Diminuisci l’assunzione di cibi o bevande acide.

Controlla la tua salute generale; se soffri di acidità gastrica, reflusso o disturbi alimentari quali, anoressia o bulimia, puoi determinare un’erosione chimica dello smalto.

E se ormai fosse troppo tardi?

Per me è molto importante eliminare la sintomatologia dolorosa perchè ho notato che ovviamente il paziente preferisce non toccare la zona neanche con lo spazzolino, quindi non si fa altro che aggravare il problema già esistente.
Una volta esclusi  problemi che possono essere causa di dolore (come carie, fratture dentali, restauri incongrui) che sono di competenza esclusiva del dentista, io posso trovare la soluzione migliore con trattamenti specifici come desensibilizzanti professionali per togliere subito il sintomo doloroso.
Anche domiciliarmente ci sono molto trattamenti efficaci partendo da semplici dentifrici rimineralizzanti a dei trattamenti un pò più specifici per i casi più gravi.
È essenziale effettuare regolarmente una pulizia professionale dei denti in modo da ridurre le infiammazioni gengivali che possono causare retrazione gengivale e quindi l’esposizione della dentina. Ma la cosa più importante è quello che puoi fare tu a casa per sconfiggerla e per evitare che la situazione possa peggiorare. 




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12/2/2017

LE RECESSIONI GENGIVALI

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Come vi ho precedentemente annunciato oggi vi parlerò di recessioni gengivali.

S
i definisce recessione gengivale quando il margine della gengiva è sceso (nell'arcata inferiore ) o salito ( nell'arcata superiore) per causa batterica o traumatica scoprendo la parte radicale del dente.

​Praticamente quando vedete il dente "allungato" e le gengive ritirarsi è probabile che stiamo parlando proprio di questo.

Perchè avviene?

Come vi ho già detto le cause di una recessione gengivale possono essere principalmente due:
Batterica: i batteri presenti nella placca o nel tartaro creano una infiammazione a livello del margine gengivale e nel tempo la gengiva può reagire con una necrosi e quindi si ritira. Può essere anche questa una manifestazione di malattia parodontale soprattutto per i biotipi sottili.

Traumatica: le cause traumatiche possono essere molteplici; sbagliato uso di spazzolino scovolino e filo, o qualsiasi altra cosa utilizzate per pulirvi i denti dagli stuzzicadenti alle unghie alle forbicine ( si mi hanno detto anche quelle), spostamenti ortodontici, malocclusioni, otturazioni, corone ponti non congrui, ma anche malocclusioni, o traumi occlusali.

Ma la gengiva che ho perso ricresce?

Purtroppo, nella maggior parte dei casi, una volta che il processo è iniziato possiamo solo cercare di arrestarlo e l'unica via di recupero è la rigenerazione gengivale chirurgica. E' quindi molto importante prevenire per evitare sia un danno estetico se è a carico dei denti anteriori, che una più elevata suscettibilità alla carie e alla sensibilità dentinale.

Come sempre una diagnosi tempestiva ci permette di trovare la terapia giusta. Noi igieniste riusciamo a capire se una recessione è attiva oppure è di vecchia data; misurandole riusciamo a mantenere un controllo e trovando insieme la causa, riusciremo a darvi i consigli giusti per evitare il peggioramento.

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5/2/2017

LA MALATTIA PARODONTALE, QUESTA SCONOSCIUTA.

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L'argomento di oggi è la malattia parodontale detta anche "piorrea" che è una delle malattie più diffuse ma anche più sconosciute. Secondo le linee guida ministeriali per la promozione della salute orale e la SiDP la diffusione in Italia della parodontite ha raggiunto livelli allarmanti: più del 60% della popolazione in età adulta soffre di malattia parodontale e circa un 10-14% in uno stadio avanzato, con un aumento soprattutto nella fascia di età dai 35-44 anni.
Recentemente si è scoperta una forte correlazione con malattie sistemiche, in particolare malattie cardiovascolari, diabete, obesità, patologie polmonari e complicanze della gravidanza.
Come vi ho già più volte accennato il cavo orale è la porta d'ingresso al nostro organismo e la disseminazione batterica diretta o indiretta, cioè la sua stimolazione della risposta infiammatoria, rappresenta la base della relazione tra parodontite e malattie generali. 

La cosa essenziale da conoscere di questa malattia è che è una malattia batterica multifattoriale e cronico-degenerativa che colpisce, non il dente stesso, ma tutti i tessuti di supporto del dente:  gengiva, legamento parodontale e osso, con conseguente tragica perdita dell'elemento dentario. 










La parodontite causa gravi menomazioni funzionali, fonatorie ed estetiche e sono la causa principale di perdita di denti negli adulti.
Come vi ho già spiegato qui la radice del dente è inserita nell'alveolo dentale. Per mantenere il dente in sito abbiamo il legamento parodontale, tessuto elastico e resistente,  e la gengiva.
Se i batteri che formano la placca e il tartaro stanno troppo tempo attorno al dente iniziano a creare danno ai tessuti di supporto del dente distruggendoli. La gengiva infiammata dall'attività batterica si può come scollare dal dente e formare una tasca parodontale o reagire con una contrazione e seguire l'osso e quindi dare luogo ad una recessione gengivale.
E' molto importante sottolineare che il processo batterico è la causa principale ma ci sono molti fattori  che  fanno progredire e aggravare la situazione come il fumo, l'ereditarietà, la situazione sistemica e alcuni stati come la gravidanza e la menopausa.
 
Come posso sapere se ho la malattia parodontale?

Una delle caratteristiche della parodontite è l'essere subdola, infatti, finchè non siamo in uno stato avanzato difficilmente ci accorgiamo. È quindi molto importante conoscersi e ascoltarsi.

Se le mie gengive sanguinano, spontaneamente o allo spazzolamento, se ho spesso problemi di alitosi se osservo delle recessioni o degli arrossamenti del margine gengivale venite subito a farmi visita.

Guardatevi sempre allo specchio, non solo esteriormente ma anche all'interno della vostra bocca.
Conoscere approfonditamente il vostro cavo orale vi darà modo di anticipare e prevenire dei problemi che potrebbero, se trascurati crearvi grossi disagi, perdite di tempo e di denaro.

Una volta diagnosticata come posso curarla?

Come tutte le malattie multifattoriali è molto difficile curarla,  bisogna iniziare un percorso di igiene professionale e mantenimento, oltre ad un impegno costante nell'igiene domiciliare; solo così possiamo arrestare la sua progressione. 
​Più si prende in tempo più riusciamo a gestirla tra di noi; se è in stato avanzato avrò bisogno dell'aiuto dell' odontoiatra che interverrà chirurgicamente. 

Prevenzione!
Questo è l'unico modo per combatterla; essere consapevoli di cos'è, conoscerla, eliminare i fattori di rischio come la scarsa igiene e il fumo; questo diminuisce in modo esponenziale il rischio di andare incontro alla malattia. Non bisogna rassegnarsi come hanno fatto i nostri nonni e i nostri genitori alla perdita dei denti inevitabile. Tranne in particolari eccezioni, la malattia parodontale è prevenibile con una costante cura di se stessi e un buon equilibrio. 


Bibliografia per saperne di più
http://www.sidp.it/media/ta6k5di.pdf
http://www.sidp.it/progetti/www.periomedicine.it/newserfile/1/7bfc49/RevisioneLetteraturaProgettoPeriomedicineSIdP.pdf
​http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1441_allegato.pdf

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29/1/2017

ACCIDERBOLI, UNA CARIE!

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Oggi vi vorrei spiegare in breve che cos'è una carie.

L
a carie è un processo di demineralizzazione dei tessuti duri del dente di natura infettiva. Quello che spiego sempre ai miei pazienti è che è una malattia multifattoriale, quindi molto difficile da prevenire.

Cosa vuol dire multifattoriale?

Vuol dire che non c'è una sola causa ma è legata ad una serie di fattori che creano quindi un ambiente favorevole per l'inizio di questo processo.

Quali sono questi fattori?

I fattori sono principalmente tre: microorganismi sensibilità dell'ospite e dieta. 
​
La superstar dei batteri cariogeni è lo streptococco mutans!
Ovviamente non è mai da solo ma insieme ad altri amici batteri vivono tutti in un ambiente acido producendo metaboliti acidi dalla digestione dei carboidrati che creano dei buchi sui denti.
Lo smalto come già detto è un tessuto durissimo, così duro che anche questi batteri fanno una gran fatica nel tentativo di bucarlo. Spesso infatti troviamo piccolissimi buchi visibili seguiti da grandi cavità all'interno del dente. Questo perché quando raggiungono la dentina, materiale più morbido, possono allargarsi creando cavità più grandi..
La sensibilità dell'ospite indica una persona predisposta a subire l'attacco da parte di questi batteri. L'acidità del cavo orale, l'igiene carente, denti con una mineralizzazione debole, esposizione di dentina: sono tutti fattori che aumentano la probabilità di carie.
L'ultimo fattore, non meno importante degli altri, è l'alimentazione. Un'alimentazione ricca di carboidrati facilmente digeribili dalla carie, come il saccarosio, ci porta a dargli casa e nutrimento. Anche il modo in cui scandiamo i nostri pasti può influire sullo sviluppo della carie: più spuntini facciamo più abbassiamo il ph all'interno della bocca.
​
​
Quindi come facciamo a avere un piano di attacco cosi efficace su tutti questi fronti?

Dobbiamo lavorare su quello che possiamo. Se già togliamo uno dei tre fattori la carie avrà vita molto più dura. E qual'è il fattore più facilmente modificabile?
L'igiene! Se non diamo nutrimento e casa allo streptococco lui non può lavorare!


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