Il tartaro. Un nemico di vecchia data

Quando chiedo ai miei pazienti se sanno cosa è il tartaro mi accorgo che c’è una gran confusione.
Nella top five delle risposte metto:
5° posto: riconosco il tartaro perchè il dente è più scuro.
4° posto: il dottore dove andavo mi diceva di non fare l’igiene perchè non formo molto tartaro.
3° posto: io faccio molto tartaro perchè ho la saliva acida.
2° posto: il tartaro non deve essere tolto tutto perchè stabilizza i denti.
1° posto: io pulisco bene tutti i giorni ma ho una produzione di tartaro abbondante.
Purtroppo anche questo giro devo sfatare un pò di miti che girano intorno a questo sconosciuto, di cui tutti parlano e inventano magici metodi per eliminarlo, ma pochi sanno cos’è.
Come è fatto?
Il tartaro per dirlo semplicemente, è placca batterica calcificata, mineralizzata. E’ composto all’80% di materia inorganica come sali minerali e al 20% di materia organica, principalmente placca batterica.
Dalla composizione possiamo dedurre che il tartaro non è la causa principale delle malattie della bocca.
Infatti esso presenta pochi batteri vivi ma è una superficie perfetta per la ritenzione di biofilm perchè ruvida e carica elettrostaticamente. Infatti come vi ho già spiegato qua, il vostro vero nemico è il biofilm, che è un mondo pieno di batteri vivi e organizzati.
Come si forma?
Il tartaro si forma principalmente e più velocemente sopragengiva ed è bianco giallastro. Se è scuro è dovuto a macchie di caffè, sigarette, ecc… ma solitamente non è facilmente visibile per un occhio inesperto.
Il tartaro sottogengivale è invece un tartaro molto più duro tenace e scuro e anche più pericoloso per la salute delle nostre gengive.
Esso è formato da placca e accumuli di sangue richiamato da processi infiammatori, infatti il colore scuro è dato dall’ossidazione dell’emoglobina.
Essendo attaccato alla radice del dente fa aderire su se stesso specie batteriche anaerobiche, che possono causare la malattia parodontale. Questo tartaro si forma più lentamente rispetto al sopragengivale ed è difficile da rimuovere.
Se l’igiene professionale non viene fatta con attenzione spesso rimangono residui che sono coinvolti nel mantenimento dell’infiammazione.
Ecco perchè è importante rimuovere questi depositi sia sopra che sottogengivali.
Come si rimuove il tartaro?
Solamente l’igienista dentale o l’odontoiatra possono rimuovere il tartaro.
Durante le sedute di igiene professionale noi eseguiamo delle procedure atte all’ eliminazione dei depositi sopra e sottogengivali, con strumenti sonici, ultrasonici o manuali.
Qualsiasi metodo casalingo o fai da te trovato sul Dr Google possono creare danni ai vostri denti o alle vostre gengive.
Ecco perchè la miglior soluzione è affidarsi a un professionista o evitare la formazione di tartaro il più possibile, con le procedure di igiene domiciliare, cioè il caro buon vecchio spazzolino, filo e scovolino.
Perchè ci sono persone che hanno più tartaro di altre?
La prima cosa che mi preme dirvi è che il tartaro è placca calcificata, quindi se noi eliminiamo 3 volte al giorno scrupolosamente la placca in teoria non si dovrebbe formare tartaro.
In pratica difficilmente riusciamo a raggiungere perfettamente ogni zona della bocca ed è li che arriva periodicamente l’igienista dentale.
Ecco che l’igiene orale quotidiana è la prima cosa in assoluto, che influenza la formazione di tartaro.
Detto questo possiamo affermare che anche la saliva influenza la formazione di tartaro, infatti una saliva con ph più basico tenderà a mineralizzare più velocemente la placca con una formazione maggiore rispetto ad una saliva più acida. Oltretutto i punti dove si forma più tartaro sono quelli che corrispondono allo sbocco delle ghiandole salivari, cioè nella parte esterna dei molari superiori e nella parte interna degli incisivi inferiori.
Ma ricordatevi che se non c’è placca sui denti, non c’è niente da mineralizzare!
Ecco che la regola numero uno per una bocca sana rimane disgregare il biofilm batterico con gli strumenti meccanici che il vostro igienista vi ha consigliato!
Buon sorriso!